giovedì 28 aprile 2011

INQUINAMENTO E SALUTE DEI BAMBINI. Cosa c'è da sapere, cosa c'è da fare

Domani sera il secondo appuntamento dei “Per…corsi per genitori 2011”, organizzati dal Comune di Santa Lucia di Piave, a cui abbiamo personalmente collaborato.


Venerdì 29 aprile ore 20.30 presso il Centro Sociale G. Messina interverrà il pediatra Dott. Giacomo Toffol di Pederobba, membro ACP (Associazione Culturale Pediatri) e collaboratore della nota rivista UPPA, sul tema:

L’inquinamento e la salute dei bambini.

Ci illuminerà sui principali tipi di inquinamento, sugli effetti di questo sulla crescita dei più piccoli e, cosa più importante, ci darà dei preziosi consigli su come difendere i nostri figli (e noi stessi) dagli agenti inquinanti (in casa e fuori).

L'incontro avrà un taglio molto pratico. Consigliato per coloro che progettano di diventare genitori, per coloro che già lo sono, per tutti quelli che hanno a cuore la propria salute e quella del nostro pianeta.


Ci aiuti a passare parola?





INQUINAMENTO E SALUTE DEI BAMBINI.
COSA C’È DA SAPERE, COSA C’È DA FARE
a cura di Giacomo Toffol, Laura Todesco, Laura Reali, edito da Il pensiero Scientifico.

E’ uscito in Italia il primo libro dedicato al rapporto tra inquinamento e salute dei bambini. Il volume tratta il tema dell’inquinamento in tutte le sue possibili declinazioni, da quello atmosferico a quello acustico, dagli studi sulle radiazioni alla questione degli OGM, dall’inquinamento dell’acqua a quello del cibo, fornendo le più aggiornate informazioni scientifiche integrate con raccomandazioni pratiche. Non si limita a dare una presentazione teorica su queste tematiche, ma offre anche dei suggerimenti pratici su come agire per evitare o ridurre l'esposizione agli inquinanti.
Le correlazioni esistenti tra l’ esposizione ad ambienti inquinati e diverse importanti malattie (respiratorie, cardiocircolatorie, neoplastiche) sono documentate da numerosi studi di popolazione che dimostrano come siano più colpiti gli strati più deboli della società. Uno studio recente dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che circa un terzo delle morti dalla nascita a 19 anni nella Regione Europea (che include anche tutti i Paesi ex URSS e la Turchia) sia attribuibile ad ambienti insalubri o insicuri, e gran parte del peso di queste malattie ricade sui bambini sotto i 5 anni. Gli effetti noti sulla salute dovuti all’inquinamento ambientale hanno dunque un notevole peso sanitario, la loro prevalenza ha in molti casi un trend in aumento, e, cosa più importante, spesso esiste la possibilità di intervenire.




Associazione Culturale Pediatri

L’ACP (www.acp.it) è un’associazione che raccoglie circa 2500 pediatri italiani in 38 gruppi
locali, finalizzata allo sviluppo della cultura pediatrica ed alla promozione della salute del
bambino.
Quattro le priorità dell'Associazione nel percorso intrapreso per la tutela dei bambini e dei
genitori: 1. le disuguaglianze nella salute dei bambini e degli adolescenti da condizioni
territoriali economiche e culturali; 2. la salute mentale dei bambini e negli adolescenti; 3.
rapporto ambiente e salute nei bambini; 4. l'aiuto alle famiglie perché cresca la capacità di
essere genitori competenti.
La mission principale dell'ACP riguarda la formazione e l'aggiornamento dei pediatri.
L’Associazione è inoltre impegnata in attività di ricerca nell’ambito delle cure primarie e del
settore ospedaliero e in aree ancora poco esplorate del mondo dell’infanzia (le humanities).
L'ACP collabora con il Centro Nazionale di Documentazione sull'Infanzia e l'Adolescenza della
Presidenza del Consiglio e ha contribuito alla formulazione del Piano Sanitario Nazionale ed
alla Commissione Nazionale sull'Abuso e il Maltrattamento. È rappresentata in varie
commissioni del Ministero della Salute: ADHD, autismo, allattamento al seno, risk
management.





Pediatri per un mondo possibile
All'interno dell'ACP si è formato un Gruppo di lavoro denominato Pediatri per un mondo
possibile (http://pumpacp.blogspot.com/) attivamene impegnato sul tema del rapporto fra
ambiente e salute del bambino.
Il Gruppo si prefigge di raccogliere e divulgare tutte le informazioni scientifiche disponibili su
questi temi, preparando un corso di formazione per i pediatri, e del materiale informativo per i
genitori e per la popolazione, con particolare riguardo agli amministratori locali ed alle figure
operanti nel campo dell’istruzione scolastica.
Le azioni promosse da questo gruppo sono:
· diffusione di un corso di formazione sull’argomento
· inserimento di brevi interventi informativi nell’ambito di altri eventi formativi già
programmati
· collaborazione alla stesura del bollettino ISDE (news letter elettronica dell’ ISDE Italia
(Associazione medici per l’Ambiente) con informazioni relative all’età infantile ricavate dalla
sorveglianza della letteratura.
· promozione della ricerca per aumentare la consapevolezza degli effetti ambientali sulla
salute del bambino.
· partecipazione ad iniziative promosse da altre agenzie che si pongano analoghi obiettivi.

giovedì 21 aprile 2011

La poesia delle immagini









Linda Wolfsgruber

















Lizbeth Zwerger
















Valentina Dotto











Stepan Zavrel













Octavia Monaco


















Nicoletta Costa














Nicoletta Ceccoli












Laura Cantone













Alessandra Cimatoribus












Beatrice Alemagna











Arcadio Lobato








mercoledì 20 aprile 2011

Alla ricerca di entusiasmo.......

Alzarsi la mattina, affrontare la routine del nuovo giorno, correre come pazzi per rispettare i tempi imposti dal posto di lavoro, dalla scuola di tua figlia, ottimizzare ogni singolo momento della tua giornata per riuscire a fare ogni cosa. Tutto questo richiede, per quanto mi riguarda, una buona dose di entusiasmo. Un’energia che ti nasce dentro, nelle viscere del tuo sentire e che ti spinge a superare la noia della ripetizione, ad accettare che la vita è un susseguirsi veloce di azioni spesso inconsapevoli.

Cerchiamo dunque la fonte generatrice di questo entusiasmo che rischia sempre di spegnersi a seguito di una qualche delusione o di un evento tragico. Il sorriso dei tuoi bambini, un marito premuroso, dei genitori presenti, un lavoro soddisfacente, il piacere di una vacanza insomma tantissimi sono i motivi per i quali vale la pena di esistere. In una realtà come la mia, dove, per fortuna, non devo lottare per un pezzo di pane o per un tetto sulla testa, emergono tuttavia richieste più esigenti. Soddisfatti quelli che sono i bisogni primari di un essere vivente, non posso fare a meno di pretendere da me stessa una felicità più profonda, più nascosta. La trovo nelle forme di un dipinto, nelle parole di un poeta, nelle movenze di una ballerina, nella musicalità della natura, nei colori di una fiaba . Finché la mia pelle vibra ancora per queste immagini e rimane sensibile alle emozioni di una buona lettura, sento di darmi un senso. Intendiamoci non sono una intellettuale, tutt’altro, mi considero una lettrice molto mediocre e dotata di una scarsa e insopportabile incapacità di ricordare le cose lette e rilette. Ma nel momento in cui compio l’atto di osservare, di leggere rimango pervasa dalla magia di quell’istante e sono felice.

Quando il tempo o gli impegni mi impediscono di nutrirmi di questa bellezza, provo rabbia, menomazione. Una rabbia che poi si riversa ingiustamente su mio marito e sulle mie bambine che vorrei mi concedessero più spazio alle mie curiosità. Fare tutto e bene non si può. Mi trovo di fronte sempre al dilemma di fare una scelta: in quest’ora di tranquillità cosa prediligo? Il libro della Cvetaeva o il bagno da pulire, l’orlo della tenda o una mezz’oretta di sonno (visto che di notte non si dorme…), la scatola da rivestire o la montagna di panni da stirare, il post da scrivere nel blog o la cucina da riassettare, la tela da dipingere o la terrazza da sistemare……

Brevi momenti liberi, di assoluta quiete, “nella mia stanza”, durante i quali vorrei dare anima e corpo alla creatività delle mie mani e della mia mente, ma che vivo purtroppo con l’ansia di essere interrotta prima del previsto o di doverli dedicare alle noiose faccende di casa.

Concludo con le parole di una meravigliosa poesia di Erri De Luca, per trasmettere un po’ di quella forza di cui mi nutro quando cerco il mio entusiasmo di vivere:

Valore, di Erri De Luca

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che .
Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

Prossimi appuntamenti

per...corsi per genitori 2011



Venerdì 29 aprile 2011 ore 20.45
presso il Centro Sociale “G. Messina”
Dott. Giacomo Toffol

L'inquinamento e la salute dei bambini
Cosa bisogna sapere, cosa si può fare per difenderli


Sabato 7 maggio 2011 ore 17.00
presso la Ludoteca Comunale
Dott.ssa Giorgia Cozza giornalista

Bebè a costo zero
Guida al consumo critico per accogliere ed accudire al meglio il nostro bambino.



Per ulteriori informazioni potete contattare:

Comune di Santa Lucia di Piave – Tel. 0438/466100

e-mail: info@comunesantalucia.it



Oppure potete rivolgervi agli operatori presso:

Ludoteca Comunale (presso nuova biblioteca)

Spazio Giovani (presso il Centro Sociale)





martedì 19 aprile 2011

A piedi nudi nel parco












A piedi nudi nel parco, film del 1967 diretto da gene Saks, estratto dall'omonima commedia teatrale di Neil Simon, con gli indimenticabili Robert Redford e Jane Fonda nelle vesti di una coppia di neosposi che, dopo aver trascorso sei giorni di infuocata luna di miele chiusi in una stanza dell'hotel Plaza, si trasferiscono nella loro prima casa, un piccolo e spoglio appartamento al quinto piano di un vecchio palazzo senza ascensore del GreenwichVillage. Ben presto però emergono le loro differenze caratteriali che mettono a dura prova la loro vita matrimoniale: Paul è serio, contegnoso, prudente, Corie è vitale, appassionata, romantica; tanto l'uno è prevedibile e convenzionale quanto l'altra è imprevedibile e spudorata.


Mi è venuta in mente questa commedia sentimentale, tra l'altro molto divertente, quando nelle settimane scorse il sole e le elevate temperature ci avevano inaspettatamente regalato un assaggio d'estate. Il desiderio di togliersi le scarpe e correre a piedi nudi sull'erba era irresistibile.... I bambini sono estremamente spontanei in questo, alcuni proprio non le tollerano le calzature e si trovano a loro agio solo se le piante dei loro piedini possano stare nudi, toccare l'erba, i sassi, la sabbia... Come se volessero sentire la terra, direttamente, senza filtri...


Sulle sensazioni che può restituire loro quel contatto, vi cito qui sotto un brano tratto dal libro Donne che corrono coi lupi, di Clarissa Pinkola Estés:


"Nel lessico simbolico della psiche, il simbolo della Vecchia è una delle personificazioni archetipe più diffuse al mondo. Nel Sudest l'archetipo della vecchia può essere anche appreso come la Que Sabe, Colei che sa. Per la prima volta compresi La Que sabe quando vivevo sulle montagne del sangr de Cristo, nel Nuovo Messico, sotto il cuore del lobo Peak. Una vecchia strega dei Ranchos mi disse che La Que Sabe sapeva tutto sulle donne, le aveva create da una piega sulla pinata del suo piede divino. Ecco perchè le donne sono cretaure che sanno; sono fatte in essenza della pelle della pianta del piede, che sente tutto. Quest'idea della pelle del piede sensibile suonava vera, perchè una donna acculturata della tribù Kichè mi disse una volta che aveva inodssato il primo paio di scarpe a vent'anni, e ancora non si era abituata a camminare con los ojoos vendados, con i paraocchi ai piedi".


Al di là del riferimento al femminile, penso che dove possibile e non vi siano seri pericoli sia davvero bello lasciare ai bimbi la libertà di stare a piedi scalzi, di correre a piedi nudi sull'erba, se lo desiderano...E' la loro parte selvaggia, istintuale, che va preservata...


E noi? Quand'è stata l'ultima volta che abbiamo corso liberi?

mercoledì 13 aprile 2011

SEI FORTE PAPA'! INCONTRO 16 APRILE 2011

Carissimi amici e amiche,

vi segnaliamo e vi invitiamo a partecipare ad un interessantissimo incontro organizzato dall'amministrazione comunale nell'ambito dei Percorsi per Genitori 2011 che si terrà SABATO 16 APRILE ore 15.00 presso la LUDOTECA della BIBILIOTECA COMUNALE di SANTA LUCIA DI PIAVE.

Il titolo è:


SEI FORTE PAPA'! IL COMPITO DEL PADRE NELL'EDUCAZIONE DEI FIGLI.

Relatrice: Dott.ssa Donata Di Leo

Non mancate!! E soprattutto...fate partecipare i papà!
Vi aspettiamo.


Qui di seguito riportiamo la presentazione dei Percorsi dell'Amministrazione Comunale.


Carissime Famiglie,
da alcuni anni il Tavolo Interistituzionale per l'Educazione di Santa Lucia di Piave, propone dei percorsi formativi rivolti ai genitori e, visto il buon esito delle passate edizioni, ha deciso di programmarli anche per il 2011.

In un recente incontro pubblico, a cui hanno partecipato molti genitori sensibili a questo progetto, sono state analizzate alcune tematiche, raccolte le richieste e le esigenze delle famiglie e valutato insieme la possibilità di contattare alcuni relatori.

Il calendario di quest’anno è quindi il frutto del lavoro, non solo del Tavolo Interistituzionale per l’Educazione, ma anche e soprattutto dei tanti genitori che con spirito propositivo e di collaborazione hanno voluto contribuire a questo progetto.

I per…….corsi sono rivolti tutti i genitori: dai neonati agli adolescenti, gli argomenti trattati sono differenziati in base alle specifiche problematiche ed esigenze delle diverse età. La partecipazione è libera e gratuita: è quindi possibile partecipare anche ai per…..corsi rivolti a fasce d’età diverse da quella dei propri figli.

Le serate sono rivolte inoltre a tutti coloro che, per ruolo professionale o interesse personale, siano desiderosi di migliorare la proprie capacità di comunicazione e relazione con bambini e ragazzi, al fine di poter significativamente ed efficacemente incidere sul processo evolutivo della loro crescita psicologica, affettiva e socio-relazionale.


L’Assessore alle Politiche per
l’Infanzia, Giovanili e Famiglia
Francesca Pellegrini
I membri del Tavolo Interistituzionale per l’Educazione


venerdì 8 aprile 2011

Nel nome del padre e nel nome della madre

Visto l'approssimarsi del 16 aprile, giornata in cui avremo ospite la dott.ssa Di Leo che terrà un incontro intitolato "Sei forte papà! Il ruolo del padre nell'educazione dei figli" vorrei lasciare qui sul blog alcune considerazioni.

Trovo sia bellissimo e giustissimo che il ruolo dei papà sia oggetto di riflessione e che sia dedicato esclusivamente a loro un intero incontro. I papà di oggi sono molto più coinvolti nella gestione dei figli rispetto ai padri di una volta, questo è innegabile ma poca è ancora la considerazione che la società offre loro. Io stessa quando dico di avre tre figli ricevo complimenti del tipo. "Oh, sei proprio brava!" ed ogni volta mi trovo a dover puntualizzare che brava proprio non sono o che comunque il menage familiare veine portato avanti anche e soprattutto da mio marito, che fin dalla nascita della nostra primogenita si è rivelato un padre eccezionale. E come lui ne ho conosciuti altri, che davvero hanno una sensibilità e un attaccamento ai proprio e agli altrui bimbi che non solo non ha nulla da invidiare alla sensibilità materna ma addirittura la supera. Eppure, socialmente parlando, tutti i meriti concernenti la prole vanno alla madre...

Il bello della nostra società è a mio parere che non ci siano caselle predefinite dove ciascuno debba necessariamente collocarsi ma che viceversa la propria organizzazione di vita, personale e familiare, è demandata alla coscienza di ciascun individuo e naturalmente agli accordi che si prendono all'interno della coppia genitoriale. Il tutto nel rispetto delle specifiche personale attitudini, delle proprie ambizioni, delle proprie capacità. Conosco madri che se non lavorassero impazzirebbero e padri che volentieri lavorerebbero meno per dedicarsi di più ai propri figli. Come del resto la dimensione lavorativa (fuori casa) è stata una novità per la donna a partire dal XIX secolo e rappresenta ancora una dimensione con cui fare i conti per tutte le ben note difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia, così anche per gli uomini che decidono di diventare padri la dimensione di cura è un qualcosa da cui tradizionalmente sono stati tenuti lontani e che ora piano piano stanno cominciando a scoprire. Si accorgono che prendersi cura quotidianemente di un bimbo piccolo è un compito molto faticoso e stressante, ma che parimenti è un lavoro che offre delle soddisfazini uniche e irripetibili e soprattutto, offre la grandiosa possibilità di instaurare un rapporto con i propri figli fin dai primi mesi della loro vita fatto di fiducia, di rispetto, di affetto, di tenerezza. Ci sono padri che vogliono godersi appieno queste gioie e hanno compreso che per raggiungerle è necessario dedicare ai propri figli tanto, tanto tempo (la qualità forse forse non basta...).

Come si parla continuamente di donne e lavoro, focalizzando l'attenzione sul problema della conciliazione tra famiglia e lavoro sotto un'ottica strettamente femminile, così bisognerebbe iniziare a parlare anche del doppio ruolo con cui i padri di oggi si trovano volenti o nolenti a fare i conti. Lavorano certo tutti, ma tanti sono ben presenti in famiglia e questo richiede loro grandi energie e competenze e attenzione alle loro difficoltà. Ben vengano quindi incontri come quelli che terrà la dott.ssa Di Leo il prosismo 16 aprile.

Personalmente credo anche che dare importanza al ruolo che hanno i papà e riconoscre quanto prezioso ed essenziale esso sia contribuisca a rafforzare il loro coinvolgimento nella vita familiare, lì dove magari latita, per un motivo o per un altro. Per questo motivo mi trovo spesso a non condividere la frase, detta magari a proposito di un bambino piccolo che sta piangendo (non perchè ha fame e deve essere allattato, ovviamente):" Oh, ecco, vuole la mamma!", seguita poi dal classico gesto di piazzare il cucciolo tra le braccia materne. Ho avuto prove di quanto invece le braccia del padre possano essere, molto più frequentemente di quanto si creda, molto più rassicurante e calmanti di quelle materne, a volte stanche, nervose o pur inconsapevolmente agitate. Che faccia comodo a tanti uomini dire che un bambino abbia bisogno della mamma è chiaro, ma almeno abbiamo l'onestà di dire le cose come stanno. Siamo sinceri: è veramente vero che un bambino soffre se non sta con la sua mamma supponiamo, un paio d'ore la sera, o è una comoda scusa per non perdersi l'allenamento di calcetto? ;-)

Un'altra cosa che mi lascia perplessa e sui mi piacerebbe davvero avere un sereno confronto anche con altre mamme è la seguente. Spesso si giustificano le assenze paterne (per allenamenti o svaghi o straordinari ingiustificati) con l'assunto che l'uomo per natura ha bisogno di sfogarsi (mi fermo qui e non specifico perchè credo che il senso sia chiaro a tutti). Premesso che per fortuna la specie umana è fatta non solo di natura ma anche e soprattutto di cultura, beh, siamo davvero convinte al 100% che questa esigenza non sia propria anche di noi donne? E che la nostra troppo generosa indulgenza non faccia altro che scavare una distanza ancora maggiore tra i nostri compagni e quella dimensione di cura in cui tanto vorremmo coinvolgerli? Oppure ci va bene così, perchè non vogliamo perdere socialmente quel ruolo in cui siamo state identificate per secoli, ovvero come madri e mogli dispensatrici di cure a tutti? Quanti interrogativi sorgono, da un semplice titolo di una conferenza....

domenica 3 aprile 2011

Dolce Dormire........

Negli ultimi mesi le mie notti sono alquanto tormentate. Un tempo lo erano per il mio irrefrenabile desiderio di dipingere o di leggere nel silenzio dell’oscurità. Ora lo sono per i continui risvegli di Caterina, la mia secondogenita di sei mesi. A volte riesco anche a dormire due ore di seguito, magari accartocciata sul bordo del letto, ma il resto della notte è una totale disperazione. Caterina si sveglia, piange, si agita……vuole la tetta, quindi si calma, si riaddormenta e dorme altri cinquanta minuti. Poi si risveglia e via così fino all’alba.

Inizialmente dormiva nella culla accanto a me, poi in cameretta con Anna. Aveva dei buoni orari, cioè accettabili per i primi mesi. Poi, a partire dal quarto mese, i suoi ritmi sono andati in tilt.

Provo quindi la tecnica del lettone, ma le cose non cambiano, anzi peggiorano, perché Anna, spinta da sentimenti di gelosia, s’intrufola sotto le coperte nel cuore della notte, mentre Caterina continua a svegliarsi . Risultato: il papà passa dal lettone al divano, dal divano al lettino, la mamma dal lettone alla passeggiata in salotto a cantare le ninnananne. Insomma un vero disastro!!!

Con Anna avevo applicato il metodo di “Fate la nanna”. Dopo quattro sere di pianti logoranti Anna aveva imparato ad addormentarsi da sola e a dormire tutta la notte. Ma il metodo non resiste ai viaggi o ai periodi di malattia. E’ necessario ripeterlo e così ho abbandonato questa tecnica che a lungo andare risultava inefficace con Anna. Dico con Anna perché se parli con alcuni genitori, questi ti dicono che funziona benissimo e che i loro bambini non mettono mai piede nel loro lettone. Beh questo di non mettere mai piede nel lettone di mamma e papà lo trovo davvero triste. Ricordo benissimo quando io e le mie sorelle, da piccole, dormivamo con mamma e papà o con la nonna. Momenti indimenticabili, di grande tenerezza.

Alla fine con Anna sono riuscita a trovare un compromesso. Leggiamo delle storie, una poesia nel lettone, si addormenta con la mia mano e poi papà la porta nella sua cameretta. Prima che nascesse Caterina, non si muoveva dal suo letto. Ora, è chiaro, si fa qualche giretto notturno. La capisco perfettamente e l’accolgo con tranquillità!

Ci sono dunque due modi di pensare completamente opposti per quanto riguarda la nanna dei bambini. Quello che accoglie il co-sleeping e quello che lo rifiuta drasticamente.

Giorgia Cozza riporta nel suo libro “Bebè a costo zero” un meraviglioso passaggio di due pediatre e responsabili del Gruppo di Studio sui Disturbi del Sonno dell’ACP Puglia e Basilicata Annamaria Moschetti e Tortorella: durante dell’ansia da separazione (otto mesi-tre anni) la risposta “sensibile” della madre al pianto del bambino gli consente di sperimentare che può fidarsi di lei e questo è alla base dello sviluppo del senso di sicurezza interiore. Inoltre il passare rapidamente e facilmente dal pianto e dall’agitazione alla quiete, grazie all’aiuto della madre, diviene nel tempo una capacità propria del bambino, che diventa a mano a mano sempre più capace di calmarsi e anche di addormentarsi da solo. Il bambino diventa autonomo solo dopo aver sperimentato un periodo di efficace dipendenza

Sono in molti (tra pedagoghi, insegnanti, pediatri) a sostenere invece che dormire nel lettone sia dannoso per il piccino. Si teme che non ne potrà più fare a meno, che cresca poco autonomo. Quando dico ad alcuni amici che metto Caterina nel lettone, vengo assalita dalla loro disapprovazione.

Ma se guardo i figli dei miei amici, i miei nipoti, le mie bimbe, mi accorgo che la sicurezza, la serenità o meno dei bambini dipende da molti fattori: dal tipo di genitore che si ritrovano, dalle esperienze, dai luoghi, dalle persone che vivono e non solo dal letto in cui dormono.

Insomma, al momento non sono in grado di capire quale sia il metodo più giusto, quello più educativo. Con grande sincerità, spero solo che prima o poi riusciremo a dormire tranquille senza troppe interruzioni. O nella culla o tra le mie braccia, auguro alla mia pargoletta di trovare al più presto il piacere di fare tanta nanna.