venerdì 20 maggio 2011

Un po' ogni giorno

Qualche settimana fa ho rivisto un'amica, Annalisa, originaria di Treviso, che ora vive in Turchia, a Izmir (Smirne). Era in Italia per una decina di giorni, con il marito Luca, e i due piccoli, Niccolò di quattro anni e Silvia, di quattro mesi. Siamo usciti a pranzo ed stato veramente bello ritrovarsi per noi, e conoscersi, per i rispettivi mariti. Sono una bella coppia, serena, attiva, molto curiosa, piena di interessi. Ci siamo lasciati con un invito a raggiungerli in Turchia, invito che non so quando mai potrò onorare, spero prima che si trasferiscano nuovamente. In regalo mi ha portato un libro di Orhan Pamuk: Altri colori. Quando mi sono avvicinata a Neve di Pamuk non l’ho trovato entusiasmante, mi sembra di fare molta difficoltà a comprenderlo, lo trovo tanto lontano, come cultura, modo di pensare, modo di scrivere. E sì che è un premio Nobel…Comunque ho iniziato a leggere questa raccolta di scritti, brevi saggi, articoli, sui temi più disparati. Mi ha colpito, tra le altre, una frase:

"Perché io sia felice è necessario che ogni giorno mi occupi un po’ di letteratura".

E poi ancora:

"L’aspetto più bello del mestiere dello scrittore, se sei un autore creativo, è poterti dimenticare del mondo come fa un bambino, sentirti leggero mentre giochi felice, trastullarti con le regole del mondo come fossero giocattoli e nel frattempo sentire l’esistenza di una profonda responsabilità dietro questa infantile e libera gioia che più tardi avvolgerà completamente i lettori. Si può giocare tutto il giorno, ma sentirsi molto più seri di chiunque altro. Prendere sul serio l’essenza e l’immediatezza della vita con un’ingenuità propria dei bambini. Quando stabilisci con coraggio le regole del gioco che tu stesso organizzi, puoi sentire che i lettori saranno attratti dal fascino del tuo linguaggio, delle tue frasi e della tua storia e così ti seguiranno. Il mestiere di scrivere è la capacità di far dire al lettore: “L’avrei detto anch’io, ma non sono riuscito ad essere così bambino”. "


In queste settimane, ma in verità un po’ sempre, mi è dispiaciuto non potermi dedicare al mio diario/blog come avrei voluto. Trascrivendo i preziosi istanti dell’essere, trattenendo le emozioni del giorno, incidendo nella memoria aneddoti, dialoghi, incontri vissuti. C’è sempre uno scarto tra vita vissuta e vita narrata…Però a me pare che scrivendo della vita, le si dia in un certo quale modo un significato ulteriore, o forse le si restituisce solo un senso, il senso che lì per lì ci era sfuggito…Quanti pensieri avuti durante la giornata volano via e non torneranno mai più…talvolta annoto le idee che mi vengono, ma sono per lo più pazze idee di cose che vorrei organizzare…ma di questo fermento non rimane traccia, e un po’ me ne dispiace.

Poi c’è il desiderio di leggere, e passano giornate senza che io sia riuscita ad aprire un libro. Per molte persone questo non costituirebbe un cruccio, lo so, ma per noi abituate così, amanti della parola scritta, curiose di sapere, affascinate dalle storie e da chi le scrive, la lettura è un balsamo, no direi di più, cibo, nutrimento per l’anima…Perché, come Pamuk, anch’io per essere felice avrei bisogno di poter scrivere e di poter leggere un po’ ogni giorno…

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